Fase 2, il restauro escluso dalle riaperture. Illogico

Increduli e indignati per l’approssimazione superficiale e pedissequa mostrata dal Governo Conte nell’escludere le attività di restauro dalle riaperture della Fase 2.

“Una scelta che contrasta ogni logica oggettiva poiché si tratta per la massima parte di attività che si svolgono in cantiere o in laboratorio senza alcun contatto con il pubblico, generalmente con un numero ridotto di addetti per ciascuna unità produttiva e con amplissime possibilità di distanziamento sociale” spiega Simone Beneforti, rappresentante dei Restauratori di CNA Firenze.

Attività, dunque, con ridotto rischio di trasmissione del virus Covid-19, analogo, se non inferiore, a quello dei cantieri edili e certamente minore di quello di molte attività industriali la cui riapertura è invece consentita dal nuovo Dpcm.

“I restauratori, come del resto tutto il comparto artigiano, hanno finora con coscienza aderito allo sforzo collettivo per il bene comune, sacrificando quote significative dei propri mezzi di sussistenza, ma il permanere del fermo sanitario per le proprie attività produttive appare adesso incomprensibile e assurdamente discriminatorio – continua Beneforti – Esso andrà ulteriormente ad aggravare la già difficile situazione economica del comparto, a pesare sui conti pubblici e sul bilancio degli ammortizzatori sociali e per di più senza per questo offrire alcun beneficio alla collettività”.

Il restauro è, infatti, un settore che presenta peculiarità proprie e che, nonostante la sua importanza per la conservazione dell’intero sistema dei beni culturali, ha già risentito molto della contrazione delle spese pubbliche dedicate alle manutenzione e nel restauro del nostro patrimonio artistico.

In base agli ultimi dati disponibili le imprese della Citta Metropolitana di Firenze sono 240 nel restauro di opere d’arte con 284 addetti totali e 179 nel restauro mobili e arredamento con 179 addetti totali.

“Da Firenze lanciamo questo appello: chiediamo al Governo di inserire le aziende di conservazione e restauro di beni culturali tra quelle autorizzate a riprendere le attività il 4 maggio” conclude Beneforti.