Cioni fa il bis: l’assemblea dei soci di CNA lo conferma presidente

Dopo un percorso congressuale iniziato a giugno che, coinvolgendo gli oltre 8mila soci di CNA Firenze Metropolitana, ha portato al rinnovo dei presidenti delle diverse aree (Firenze-Fiesole, Empolese Valdelsa, Piana Fiorentina, Chianti, Scandicci-Lastra a Signa, Mugello e Valdarno-Valdisieve), dei diversi mestieri, dei pensionati e dei gruppi di Interesse come imprenditoria giovanile e femminile, è stata oggi la volta del presidente dell’intera associazione.

L’assemblea dei soci, svoltasi a Firenze, ha confermato per il prossimo quadriennio il presidente uscente, Giacomo Cioni. Confermati anche Tamara Ermini alla vicepresidenza e Fabrizio Cecconi come direttore generale.

52 anni, imprenditore del settore comunicazione, Cioni vanta una lunga esperienza nel panorama associativo, dalla presidenza della società di servizi di CNA a quella di Fedart Fidi, la maggiore federazione di rappresentanza del sistema di garanzia in Italia e in Europa, ruolo che tuttora ricopre.

Erika Ghilardi dell’Archivio Foto Locchi ha ripercorso la storia dell’artigianato locale a partite dagli anni trenta con fotografie storiche dell’archivio stesso, introducendo “Artigianato: tradizione, contemporaneità, futuro”, il confronto sullo stato dell’artigianato e della piccola e media imprenditoria fiorentina tra Cioni e Dario Nardella, nella doppia veste di sindaco di Firenze e della Città Metropolitana.

L’artigianato di oggi ha le sue basi proprio nel periodo raccontato dalle foto: anni in cui le piccole e piccolissime imprese hanno scommesso tutti i loro averi (e non solo, visto che si sono esposti, anche fortemente, con gli istituti bancari, quest’ultimi garantiti anche dalla certezza del passaggio generazionale) su un futuro di crescita economica basata sul saper fare – dichiara Cioni – Un concetto di passaggio generazionale a cui è utile guardare anche oggi: non necessariamente all’interno della stessa linea familiare, ma anche tra l’imprenditore e uno o più dipendenti; allargando la proprietà ad altri soggetti e trasformando l’impresa in società, svincolandola così dalle vicende di un’unica famiglia”.

Il contesto, però, oggi è cambiato: difficile pensare ad un passaggio generazionale quando si hanno alle spalle 13 anni di decrescita ed un futuro altrettanto scarso di impennate economiche. Come favorirlo oggi che è praticamente un costo?

Finanziandolo – prosegue Cioni – E qui veniamo ad un altro freno a mano che va assolutamente abbassato: la scarsa finanziabilità delle pmi perché le banche si rapportano (e finanziano) sempre meno le piccole e micro imprese che, al momento, ci piaccia o meno, costituiscono l’ossatura del nostro sistema economico. La dimensione non ci agevola, ne siamo consci, ma occorrono interventi pubblici ed economici per far sì che le imprese si irrobustiscano e si strutturino in società. Azioni mai messe in atto, non solo nel nostro paese, ma anche in Europa”.

Anzi, le normative europee, tarate su grandi imprese, finiscono addirittura per agevolare la concorrenza sleale all’imprenditoria italiana che ha un modello diverso, da rivedere e migliorare certo, ma che funziona. Prova ne sono le acquisizioni di piccole e medie aziende italiane da parte di gruppi, spesso stranieri; le commesse da parte di big che hanno delocalizzato, ma che per lavorare subappaltano alle aziende locali; lo “scippo” consensuale da parte dei grandi gruppi di personale formato nelle piccole e piccolissime imprese.

“E a proposito di formazione, va lasciata a chi ne ha le competenze, cioè alle imprese – prosegue Cioni – Una nostra recentissima indagine ha evidenziato come, anche a Firenze, le imprese vogliano assumere, non riuscendo però a trovare personale, essenzialmente perché i candidati sono sprovvisti di competenze. Esiste cioè un grave disallineamento tra la domanda di lavoro e la struttura formativa che deve provvedere all’offerta”.

In aggiunta, le zavorre classiche, ormai consolidate, di cui da anni viene promesso l’abbattimento: da un sistema burocratico surreale ad uno fiscale totalmente iniquo e, al caso, vessatorio.

Un set di problemi particolari a cui occorre dare soluzioni specifiche, coordinate da una struttura ad hoc, come un assessorato/ministero alle piccole e piccolissime imprese.

“CNA perde un amico, un grande dirigente, un uomo che sapeva dare” è così che ha esordito Daniele Vaccarino intervenendo all’assemblea, ricordando Marco Baldi, ex presidente di CNA Toscana venuto a mancare questa notte. Vaccarino ha ringraziato le imprenditrici, gli imprenditori, gli artigiani perché ”in questo anno e mezzo hanno fatto uno sforzo spaventoso, che ci permette oggi di essere qui, a fianco delle nostre imprese associate. Il contributo che abbiamo dato, tutti insieme, affinché la piccola imprenditoria e l’artigianato fossero ancora oggi un punto fondamentale dell’economia nazionale, è stato enorme. Grazie anche a CNA, a  questa immensa forza che sono le imprese”.