Stop ai mezzi inquinanti: prosegue lo scaricabarile.

La politica si assuma le proprie responsabilità e sospenda temporaneamente il provvedimento

“Si gioca allo scaricabarile e si ricorre alla burocrazia per mascherare le proprie inefficienze e l’incapacità decisionale: esattamente l’opposto di ciò che la politica, almeno quella buona, dovrebbe fare”.

È sconcertato Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana, alla risposta data dal Ministro Cingolani alla richiesta di rinvio del provvedimento di stop alla circolazione dei diesel fino a euro 4 in alcune aree di Firenze presentata dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

La cronistoria (più recente): l’8 aprile Palazzo Vecchio comunica alla Regione Toscana la risposta ricevuta dal Ministero della transizione ecologica alla richiesta di proroga per l’entrata in vigore del divieto di circolazione dei diesel che ha presentato il 12 marzo: tale richiesta, per il Ministero, deve essere inoltrata dalla Regione stessa. La domanda viene quindi presentata dall’ente, ma la risposta del Ministro Cingolani a Giani lascia di stucco, perché rimanda nuovamente la competenza alla Regione, non potendo il Ministero valutare gli effetti che la proroga produrrebbe.

Eppure altre regioni hanno ottenuto, con l’accordo del Ministero, la sospensione del provvedimento, vedi, per esempio, l’ordinanza 675 dell’8 gennaio 2021 della Lombardia. Perché per la Toscana non dovrebbe valere? Chiediamo a Giani di insistere e di sospendere, in accordo con Cingolani, il provvedimento, esercitando il potere decisionale ed assumendosene la responsabilità” prosegue Cioni.

Comprendere come le spese repentine richieste alle imprese per sostituire il parco macchine siano impossibili da sostenere adesso, dopo che un anno di pandemia ha messo al tappeto il sistema imprenditoriale, è argomento semplice da capire. Prova ne sono le deroghe concesse al comparto pubblico e alle aziende ad esso collegate che possono continuare a circolare anche se con veicoli non conformi alla norma. Idem come il provvedimento sia discriminante, non concedendo contributi per l’acquisto di nuovi veicoli a chi lavora in città (ergo produce reddito e sostiene l’economia fiorentina) ma risiede altrove, anche se nella cintura limitrofa” conclude Cioni.