Una filiera unita tra odontoiatri e odontotecnici

di Francesco Amerighi*

Una filiera unita, senza più settorialismi, che metta al centro la salute dei cittadini. È questo il risultato principale dello storico (almeno per Firenze) incontro tra due professioni confinati che, di solito, hanno difficoltà a confrontarsi: odontotecnici e odontoiatri. La filiera del dentale è sempre più spesso in difficoltà per la ridotta capacità di spesa dell’utenza e sottoposta a una mercificazione che ha trasformato la cura nella vendita di un prodotto. Mi riferisco in particolare ai network del dentale e al “terzo pagante” che hanno introdotto una filosofia dai prezzi stracciati che, inevitabilmente, porta ad abbassare gli standard di qualità di procedure, strumenti, protesi ed affini. Nessuno in caso di intervento cardiaco sceglierebbe mai, qualora fosse possibile, la valvola cardiaca dal prezzo più basso; perché mai optare per una scelta simile nel caso di una protesi dentale? Per l’odontotecnico ciò comporta una sempre più ridotta marginalità di guadagno e l’estinzione di questo storico mestiere. Dei 350 laboratori della Città Metropolitana solo 7 sono nati negli ultimi dieci anni e 67 chiuderanno a breve per raggiunta età pensionabile di chi vi lavora. Eppure si tratta di un mestiere ricco di interesse, molto specialistico, costretto però a confrontarsi con un mercato che, fino ad ora, lo ha considerato più un contoterzista che un operatore della salute. Un errore che hanno evitato solo gli odontoiatri più coscienziosi, gli stessi che cercano di porvi rimedio come quelli dell’associazione Andi con il presidente Valerio Fancelli. Lo scopo è comune: preservare la salute con cure odontoiatriche e prodotti odontotecnici di ottima qualità, nel rispetto dei ruoli.

  • presidente nazionale CNA SNO

Da La Nazione Firenze del 10.11.2021