Nuovo Regolamento Taric, CNA: alcuni comparti ancora penalizzati

“Il nuovo Regolamento Taric, pur apportando correzioni positive, lascia ancora in ombra alcune criticità che colpiscono duramente diversi comparti. Si tratta di errori che, al pari di quelli che nel 2023 hanno prodotto bollette Taric addirittura più salate di quelle Tari, avrebbero potuto essere facilmente evitati se Alia, Ato e Comuni avessero coinvolto, in fase di redazione, il sistema imprenditoriale e le associazioni che lo rappresentano e conoscono”.

Fabio Bianchi, presidente di CNA Empolese Valdelsa, si concentra sull’abbassamento della soglia di differenziata al 60% dei rifiuti prodotti: una misura richiesta da CNA, ma che, inspiegabilmente e inopportunamente, è stata concessa solo ad una fetta del sistema imprenditoriale, escludendo settori cruciali come la metalmeccanica, la falegnameria, la pelletteria, e più in generale la produzione.

Comparti che saranno dunque penalizzati con bollette più costose anche nel 2024 solo perché, producendo per loro natura pochi rifiuti organici, verranno classificati come utenze non virtuose, che differenziano poco” prosegue Bianchi.

CNA Empolese Valdelsa sottolinea la necessità di una nuova campagna di comunicazione indirizzata sia alle imprese che ai cittadini, al fine di informarli adeguatamente sui cambiamenti derivanti dall’adozione del Regolamento Taric.

Le bollette salate del 2023 sono anche il risultato di un grave deficit di comunicazione, con imprese scarsamente informate sulle modalità di calcolo alla base delle nuove tariffe. Dalla dimensione dei bidoncini di raccolta (è la capienza del contenitore a determinare la tariffa non l’effettiva quantità di rifiuti stoccati al suo interno) all’addebito di default di due svuotamenti mensili di indifferenziata al mese indipendentemente dall’effettiva produzione di rifiuti, le distorsioni hanno inflitto costi elevati a molte imprese.

Alcuni esempi illustrano l’impatto finanziario significativo su diverse attività: una falegnameria artigianale, un’attività di consegna e un’officina meccanica hanno registrato nel 2023 aumenti rispettivamente dell’83%, del 220% e del 166% rispetto all’intero anno precedente.

Incongruenze, tanto quelle del 2023 che quelle del 2024, che avrebbero potuto essere evitate se i soggetti gestori avessero coinvolto le organizzazioni di rappresentanza delle imprese. Ciò non è avvenuto né prima dell’entrata in vigore della Taric, nonostante le richieste esplicite del sistema economico-imprenditoriale, né in fase di revisione del Regolamento. Il risultato? Le bollette salate del 2023 e quelle che, per una fetta di imprese, salvo nuovi aggiustamenti auspicati da CNA, si verificheranno anche nel 2024.