La posizione di CNA nelle parole di Riccardo Sabatini, responsabile CNA Alimentare Firenze

Nel 2017 CNA condivise il blocco delle licenze perché la situazione del food in centro era realmente compromessa, per il carattere temporaneo del provvedimento e perché nei tre anni successivi Palazzo Vecchio, di concerto con le categorie economiche, avrebbe dovuto definire un nuovo sistema che regolasse le aperture, cosa che a 9 mesi dalla scadenza del blocco non si è ancora verificata.

Se l’amministrazione ha intenzione di prorogare il blocco, ammesso che sia possibile reiterarlo  perché da un punto di vista giuridico verrebbe meno il carattere della temporaneità, non siamo pregiudizialmente contrari, ma occorrono modifiche.

L’artigianato ha pagato un caro prezzo al blocco tout court che ha cristallizzato l’esistente a favore della rendita, tarpando le ali ad un nuovo che non è necessariamente food di serie d. Anzi, si tratta (anche) di attività come gelaterie, cioccolaterie, panetterie che avrebbero potuto fornire prodotti di prima qualità, molto spesso superiore a quella dell’esistente, oltre che creare l’humus adatto ad una vivibilità del centro non solo turistica, ma anche, come auspicato da Palazzo Vecchio stesso, residenziale. E una delle modifiche dovrebbe andare in questo senso perché un blocco identico a quello in vigore contrasta, se e quando riproposto, la crescita economica. Indispensabile, inoltre, che in caso di Unesco-bis, le modifiche siano accompagnate dalla definitiva stesura di un compendio di norme organiche in materia. Rimaniamo in attesa di nuove da parte dell’Amministrazione, aperti al confronto e pronti a dare il nostro contributo.