Toscana in zona rossa, Cioni, CNA: un azzardo oltre che una beffa

“Non possiamo che prendere atto del passaggio in zona rossa e comportarci come le regole impongono, ricordando però che a maggiori restrizioni devono corrispondere maggiori sostegni. Non metto in discussione i coefficienti che definiscono i passaggi da una zona all’altra, ma a volte i dati andrebbero interpretati non dico con flessibilità, ma con un po’ meno integralismo, specie se sono stati oggetto di ricalcolo in una situazione, suppongo, confusa. Cambiare di fascia, con tutto ciò che ne consegue per un territorio economicamente già oltremodo provato, per una sola unità è un azzardo oltre che una beffa”.

Così Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana, all’annuncio del passaggio della Toscana in zona rossa.

Una notizia improvvisa ed opposta a quanto annunciato solo Giovedì, dovuta ad un ricalcolo dei dati. La Toscana ha infatti un valore di contagi su 7 giorni pari a 251 su 100mila abitanti, rispetto al limite previsto dal decreto legge approvato dal Governo Draghi di 250 su 100mila abitanti.

Ricordiamo le regole della zona rossa sottolineando che a differenza dei precedenti periodi, per effetto del nuovo Dpcm del 2 marzo, i servizi alla persona di parrucchieri e barbieri non sono consentiti, non essendo più inclusi nell’allegato 24 del Decreto. Nemmeno le attività di estetica e tatuatori sono consentite essendo terminato il 6 marzo l’effetto del ricorso al Tar. Non sono più consentite in zona rossa le visite a parenti e amici. La didattica è interamente a distanza.


Ecco un riassunto delle disposizioni:

  1. Non si può uscire dalla propria abitazione se non per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Per gli spostamenti è necessaria l’autocertificazione.
  2. Non si possono raggiungere abitazioni private, nemmeno una volta al giorno. A meno che non si tratti di persone non autosufficienti che necessitino di aiuto o assistenza. Si può sempre fare rientro presso la propria residenza o domicilio.
  3. Sono chiusi i negozi al dettaglio, fatta eccezione per le attività incluse nell’allegato 23 del Dpcm del 2 marzo. Sono chiusi i mercati, i negozi di abbigliamento, di calzature e gioielli. Così come sono chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici. Ma sono aperti ipermercati, supermercati, discount. Come pure edicole, tabaccai, librerie, farmacie e parafarmacie, negozi di computer, elettronica, elettrodomestici, ferramenta, pompe di benzina, negozi di biancheria e di giocattoli, vivai.
  4. Bar e ristoranti chiusi (ma ok a asporto e consegna a domicilio). Niente servizio al tavolo in bar e ristoranti. Resta consentita fino alle 22 la sola ristorazione con consegna a domicilio o asporto (con divieto di consumazione nelle adiacenze). Consentito l’asporto fino alle 18 dai bar. Asporto possibile fino alle 22 da enoteche e vinerie
  5. Per quanto riguarda la scuola, a differenza di quanto avveniva in passato, in zona rossa la sospensione dell’attività in presenza nelle scuole è totale. Riguarda di ogni ordine e grado, compresi asili nido, scuole dell’infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
  6. È possibile fare attività motoria (dunque passeggiare) in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo della mascherina.
  7. È consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale. Rimangono chiuse palestre e piscine.