Ristori, CNA Firenze Metropolitana al Presidente Giani: annunci pubblicamente il bando per l’artigianato
Il comparto comprende gli unici settori esclusi dai ristori sia a livello nazionale che locale
Il presidente Cioni: l’artigianato non può e non deve attendere oltre
“Bene il sostegno per ristoratori e pubblici esercizi che potranno godere di un apposito bando di ristoro finalmente non in modalità click day. E bene anche per i gli aiuti che saranno concessi agli operatori di spettacoli viaggianti e itineranti e agli ambulanti. Anche in questo caso si tratta di interventi che abbiamo richiesto e sostenuto come CNA, ma adesso non è più rinviabile l’attesa e promessa delibera per il sostegno economico per il comparto dell’artigianato, in primis di quello artistico”.
È così che Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana sprona il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e la sua Giunta.
Un comparto, l’artistico, forte nella Città Metropolitana di Firenze di oltre 1.600 imprese tra ceramisti, orafi, argentieri, falegnami, bronzisti, mosaicisti, restauratori, vetrai, pellettieri, sarti, produttori di accessori moda, designer, stilisti, solo per citare alcune categorie, che, pur profondamente danneggiato dalle ripercussioni economiche del Covid-19, non ha visto un euro di ristoro né a livello nazionale, né locale. Una situazione che si ripete per gran parte dell’artigianato (28.292 imprese) escluso alimentare, trasporti e turismo: dalle estetiste (chiuse per decreto come i ristoratori, ma non indennizzate) all’autoriparazione, dalla meccanica alle lavanderie non industriali.
Un settore di cui l’Italia e la Regione Toscana si dicono fiere ma che, di fatto, non stanno considerando vitale per l’economia e neppure, inspiegabilmente per quanto riguarda l’artistico in particolare, per la cultura.
La colpa? Esser stato escluso, per miopia burocratica se non per vera e propria ignoranza dei meccanismi base di funzionamento del nostro sistema economico, dal sistema dei ristori in quanto etichettato con codici Ateco esclusi da quelli che ne danno diritto, essendo attività formalmente aperte, ma di fatto chiuse.
“Un ceramista, un orafo, un pellettiere non contoterzista possono anche stare nel loro laboratorio a produrre, ma poi a chi vendono se la parte commerciale è chiusa? Un’autofficina idem, ma su quali automezzi può mai lavorare se la mobilità privata, quella pubblica e quella merci è fortemente ridotta quando non azzerata? – continua Cioni – Come sosteniamo da tempo la soluzione è una sola: concedere ristori sulla base del calo di fatturato. Un meccanismo immediatamente applicabile visto che i dati sono già in possesso dell’Agenzia delle entrate grazie alla fatturazione elettronica”.
Il meccanismo è proprio quello che la regione Toscana adotterà per il bando ai ristoratori e agli ambulanti/giostrai, con il che diventa ancor più incomprensibile l’esclusione da essi dell’artigianato.
“O si include il comparto dell’artigianato (artistico e non) o si crea un apposito bando ad esso riservato. Delle due l’una – continua Cioni – L’artigianato si è mostrato responsabile, esponendo problemi e avanzando richieste nelle sedi a ciò deputate, senza clamori e senza soffiare sul fuoco, ma tale atteggiamento sembra pagare (in tutti sensi) poco. Il settore non può e non deve attendere oltre”.
CNA non è disponibile a rinviare la questione a dopo le festività: “se il problema è scrivere un bando con personale in ferie o in smart working, ne abbiamo già predisposto uno” informano da Via Alamanni.