Tavolini 2023: Palazzo Vecchio sembra orientato per il no

Le imprese: vanno mantenuti

Niente tavolini per il 2023: questi i rumors che provengono da Palazzo Vecchio.

“Se confermati, si tratta di una scelta miope commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana – Vero, sono stati introdotti come misura d’emergenza pandemica, ma non esclusivamente per esigenze di tutela della salute pubblica. La componente di sostegno ad un settore provato economicamente non era certo residuale e di quel sostegno c’è bisogno ancora oggi, basti pensare all’inflazione galoppante e ai forti rincari, dall’energia alle materie prime, che gravano sul comparto. Insomma, in emergenza ci siamo, purtroppo, ancora”.

“Chiediamo pertanto a Palazzo Vecchio e alla Sovrintendenza, che ha una nuova guida che siamo certi sia sensibile alle necessità di chi lavora in centro città, di mantenerli anche per il 2023: senza richiedere agevolazioni particolari, bensì pagando il suolo pubblico come da tariffe stabilite” spiega Luca Tonini, presidente di CNA Città di Firenze.

“Evitando però incomprensibili esclusioni, come le gelaterie e i panifici artigianali che sono, tra l’altro, attività fortemente penalizzate dal caro energia perché energivore – prosegue Vito Damato, presidente dei ristoratori di CNA – Se tra gli obiettivi del Comune c’è, come ribadito anche nei giorni scorsi, quello di rendere vivo, abitato e sicuro il centro città, la misura va prorogata ed anzi stabilizzata. In altre parti d’Italia, addirittura in periodi pre-Covid, i tavolini sono stati considerati uno strumento in grado di rivitalizzare interi quartieri, basti pensare all’esempio di Trastevere. E così potrebbe essere anche per Firenze che invece presenta aree, come l’Oltrarno, isolate, difficilmente accessibili, spente, svuotate di attività economiche in generale (non solo di quelle del food) e sempre meno popolate da residenti, mentre potrebbero essere una risorsa”.

A richiedere la proroga, in base ad un’indagine che CNA ha fatto su un campione di 100 aziende dei settori coinvolti, dalla ristorazione alle pizzerie, dai bar agli alimentari, sono 8 imprenditori su 10.

Le imprese chiedono inoltre non solo la proroga di una misura che, “ampliando la superfice di lavoro” consente di affrontare meglio un periodo caratterizzato da forti costi e spese, ma anche una celere risposta alla richiesta che avanzano. L’obiettivo, infatti, è anche quello di evitare le modalità operative adottate dall’amministrazione comunale quest’anno con lo stop ai tavolini ad inizio gennaio e le relative operazioni e costi di smontaggio, per poi invertire la rotta a fine marzo con il loro riposizionamento e tutte le ulteriori spese del caso.

In scadenza, a fine anno, anche il regolamento sui Dehors che CNA chiede di rinnovare il più rapidamente possibile, senza lungaggini burocratiche.