Tavolini solo fuori Area Unesco, decisione unilaterale

“Alla fine del 2022, quando avevamo prontamente sollevato la questione della necessità di una proroga dei tavolini, Palazzo Vecchio aveva chiaramente esplicitato l’intenzione di procedere ad un confronto collaborativo con le categorie economiche per definire un nuovo piano organico sull’utilizzo del suolo pubblico della città. Invece, la decisione annunciata quest’oggi è stata unilaterale, con tutte le storture del caso. La componente di sostegno ad un settore provato economicamente sottesa al piano tavolini era forte e doverosa, ma di quel sostegno c’è bisogno ancora oggi, per non parlare del fatto che la pandemia ha cambiato radicalmente le abitudini di consumo: il tutto sia fuori che all’interno dell’Area Unesco e di ciò occorre tener conto. Inoltre, per quanto fino ad adesso appreso, continuano ad essere escluse anche in area extra Unesco attività che, incomprensibilmente o per mera ignoranza, non hanno mai potuto sfruttare la leva tavolini. Mi riferisco ai panifici, le pizzerie a taglio e, più in generale, quelle attività che non effettuano somministrazione, che peraltro non possono neppure presentare domanda per nuovi spazi di ristoro all’aperto”.

Così Luca Tonini, presidente CNA Città di Firenze, sul nuovo piano tavolini di Palazzo Vecchio.

Le attività escluse sia dal poter presentare domanda per i cosiddetti tavolini, che per i dehors, sono nel Comune di Firenze 313 tra forni, pizzerie a taglio, rosticcerie e friggitorie. Impossibilitate ad accedere ai tavolini anche gelaterie e pasticcerie, che però possono presentare domanda per i dehors. Il doppio divieto rimane dunque per 313 imprese, ma CNA stima che di queste, interessate ai tavolini siano tra le 70 e le 90 le imprese. Numeri che evidenziano come il problema dei disagi che potrebbero causare alla cittadinanza vada depotenziato, presentandosi più come falso problema.