“Gli aumenti Tari in programma? Il frutto di scelte sbagliate e della mancanza di un’adeguata programmazione”.
È lapidario Massimo Capecchi, presidente di CNA Mugello, dopo l’incontro intercorso tra l’Unione dei Comuni del Mugello e le principali associazioni di categoria in merito agli aumenti deliberati da ATO Toscana Centro per le prossime tariffe Tari.
La critica non va tanto alle amministrazioni comunali che, allo stato attuale, si trovano a giocare un ruolo di mero esattore, quanto alla Regione Toscana, responsabile di una grave mancanza di pianificazione.
“Oggi con Bilancino abbiamo una preziosa riserva idrica e lo dobbiamo ad una scelta difficile ma lungimirante fatta dagli amministratori negli anni ottanta, ma la lungimiranza è adesso merce rara In materia di rifiuti stiamo pagando, e lo faremo purtroppo almeno per i prossimi cinque anni, proprio le mancate scelte e la debolezza delle politiche regionali – prosegue Capecchi – Prova ne è che nella Regione vicina, l’Emilia Romagna, sono stati fatti negli anni investimenti diversi che hanno portato dei risultati positivi: l’ATO dell’Emilia Romagna, di cui fanno parte i tre Comuni dell’Alto Mugello, ha infatti proposto un Piano Economico Finanziario che non prevede aumenti rispetto all’anno precedente”.
Ciò che l’associazione degli artigiani ritiene inaccettabile è la mancata realizzazione di un Piano dei Rifiuti adeguato alle esigenze della Regione Toscana, basato sul necessario cambio di paradigma che preveda la realizzazione di adeguati impianti di trattamento dei rifiuti.
“Chiediamo scelte in tal senso e, nell’immediato, che la Regione, i gestori ALIA e AER e i Comuni trovino delle risorse che vadano a calmierare gli aumenti previsti. In un momento in cui imprese e cittadini sono gravati dai rincari dei costi energetici, delle materie prime, del costo della vita e il sistema economico-imprenditoriale ancora sta cercando di ripartire dopo la batosta del Covid, aumentare la tariffa dei rifiuti è un’eresia. Agli amministratori del Mugello chiediamo per l’ennesima volta di seguire una linea politica comune del territorio a partire dall’uniformità dei regolamenti” conclude Capecchi.
CNA sottolinea anche il fatto che ALIA, grazie alle tariffe praticate, ha chiuso il bilancio 2021 con quasi 10 milioni di utile. Un utile che, per l’associazione, almeno in parte, dovrebbe essere utilizzato per non gravare sui bilanci di famiglie e imprese già duramente provati.