Sono 57 i GWh di risparmio energetico all’anno grazie agli interventi realizzati a Firenze e provincia nel 2021 con l’ecobonus. Quasi 183 GWh quelli conseguiti, nello stesso arco di tempo, sull’intero territorio regionale con la realizzazione di 79.301 interventi (dall’installazione di serramenti a quella di caldaie a condensazione, dall’impianti a biomassa al solare termico) e l’investimento di 547,8 milioni di euro.
“Oggi si sente dire di tutto e di più, in genere negativamente, dei bonus per la riqualificazione energetica degli immobili – commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana – ma è doveroso sottolineare che grazie a queste misure si è risparmiato in energia, diminuito le emissioni di Co2 nell’atmosfera (due milioni di tonnellate in meno su tutto il territorio nazionale con gli interventi dei bonus per la riqualificazione edilizia), tagliato i consumi di gas e trainato la ripresa economica. Esiste il rischio concreto, ora, che il drastico stop a tali misure possa incidere in maniera rimarchevole sull’andamento dell’economia. Chiediamo, quindi, un ripensamento, anche nell’ottica degli obiettivi per la cosiddetta casa green, dei sostegni agli investimenti privati mirati al miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili. Una nuova strategia di rilancio dei bonus più che mai opportuna anche per contrastare sia gli effetti del rincaro di materie prime e tecnologie che ha investito il settore negli ultimi anni che quelli dell’aumento del costo del denaro”.
Uno stop in grado di incidere negativamente tanto sulla transizione green che sullo sviluppo economico del territorio: sono infatti ben 13.817 a livello fiorentino e 53.030 a livello toscano le imprese attive nei comparti edilizia, impianti e serramenti che hanno eseguito i lavori sopramenzionati. Imprese in cui l’artigianato la fa da padrone: quelle artigiane costituiscono infatti il 74% del comparto della Metrocittà e il 72% della Toscana.
“Gli obiettivi della transizione green non sono raggiungibili senza un pieno e costante loro coinvolgimento. Oltre ad essere protagoniste del Made in Italy, le imprese artigiane rappresentano l’ossatura manutentiva del Paese, uno dei pilastri della transizione ecologica e della modernizzazione e messa in sicurezza dell’Italia – spiega Cioni – È necessario pertanto favorire il grande sforzo che stanno realizzando per adeguarsi al profondo cambiamento, attraverso semplificazioni burocratiche, incentivi fiscali, supporti formativi ecc. La transizione deve essere una opportunità e non un ostacolo”.
Infine, la questione dei crediti incagliati: “Qualsiasi cosa si possa pensare di questi bonus, non si può dimenticare la questione dei crediti incagliati che va risolta al più presto e una volta per tutte, in quanto le imprese si sono limitate ad applicare una legge dello Stato e non possono patire conseguenze che lo stesso Stato non aveva eventualmente previste” continua Cioni.
Cioni torna a rilanciare la proposta di CNA di favorire l’autoproduzione di energia attraverso l’installazione sui capannoni di impianti fotovoltaici. “i privati hanno dimostrato a più riprese di essere molto più efficienti delle amministrazioni pubbliche, di conseguenza, è necessario dare alle imprese, e alle piccole imprese in particolare, fiducia. Contrariamente ad alcuni stereotipi le nostre imprese non sono l’ostacolo allo sviluppo dell’Italia. Piuttosto, ne rappresentano la molla, uno dei principali pilastri, presidio economico e sociale nel contempo. Non delocalizzano. Sono alfieri del Made in Italy. Non chiedono aiuti, deroghe, scorciatoie. Rivendicano solo il diritto di lavorare in un contesto a misura di ‘piccoli’ nell’interesse del nostro territorio”.